Page 95 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
P. 95
senza bosco: la savana in carso

modo che ogni singola risorsa desse il massimo rendimento possibile, tenendo conto del-
le sue peculiarità e delle caratteristiche dell’ambiente carsico. Ogni risorsa naturale ave-
va un suo proprio ruolo, anzi, di norma più d’uno, in un insieme perfettamente coordina-
to. Agli inizi dell’Ottocento questo sistema consentiva l’allevamento di un gran numero di
animali. È possibile dedurlo non soltanto sulla base delle cifre riportate, ma specialmen-
te in considerazione del fatto che sul Carso c’erano più capi di bestiame che, ad esempio,
nella ben più estesa Carnia (Fornasin, 2011, 243), nonostante le sue montagne, gli alpeggi
e i prati alpini. In Carso era particolarmente alto il numero di pecore ed š indubbiamen-
te possibile affermare che, accanto alla coltivazione e alla viticoltura, la pastorizia costitu-
iva uno dei pilastri fondamentali dell’economia contadina del territorio. E invece il bosco?

Per cercare di rispondere al fondamentale interrogativo che ci siamo posti, partire-
mo da alcuni pareri e punti di vista dei contadini locali, che possiamo desumere dagli ela-
borati del catasto franceschino e che ci consentono di completare il quadro già delineato.
Così, ad esempio, a Gorjansko si rilevava che »boschi in questa comune non esistono, ma
crescono solamente nei prati alcuni alberi, come rovoro, frassino, e tutto in picola quan-
tità e qualità a motivo dei venti che non permettono crescere«. La bora, quindi, secon-
do la popolazione del Carso costituiva un serio ostacolo alla crescita degli alberi. Aggiun-
sero che dalle loro parti, da tempo non c’erano alberi ad alto fusto, »poiché ove esiste
qualche uno dei simili oltre passa la memoria dei ora viventi« (AST, CF, Gorjansko, S4).

La scarsa presenza di alberi a Opatje selo e a Jamiano era imputata anche ai ver-
santi pietrosi.

Il sassoso pendio del territorio non lascia quella profondità, che abbisognarebbe ge-
neralmente a qualunque pianta per radicarsi, e divenire d’alto fusto di modo che
conosciuta la poca, o nessuna utilizzazione che si ha di tal sorta di boschi, la colti-
vazione dei medemi si può dire che in questa comune manchi affatto (AST, CF, Ja-
miano, S4).

Boschi in natura non esistono in questa comune, si trovano bensì dei tratti sparsi
qua e là di piante cedue forti, ma questi tratti in complesso non presentano la vera
significazione della parola bosco. Impercioche la situazione del Carso non è tale di
poter in questo genere di coltivazione essere frutuosa; egli è troppo sassoso il pen-
dio di queste montagne, per cui non possono le piante radicarsi e crescere (ASG,
C, Opatje selo, S4).

Si tratta di considerazioni da cui si evince chiaramente che in Carso il bosco ad alto
fusto non aveva alcun senso per il contadino, non fosse altro per il semplice fatto che non
vi poteva prosperare. A un ulteriore passo in questa direzione ci porta la nota relativa a
Duino e Jamiano, dove scrissero che i »prati, e boschi, li quali per esser antichi e di me-
todo, non puono per nessun conto indicarsi come distinti« (AST, CF, Duino, S4; Jamiano,
S4). Quest’ultima affermazione è di particolare rilevanza, non solo perché rappresenta
un bell’esempio di resistenza a un tentativo di classificazione amministrativa ovvero dell’i-
nadeguatezza delle definizioni ufficiali, come ci sono note dalla letteratura internaziona-
le (Scott, 1988). Per le nostre finalità è ancora più importante constatare che in questo
modo i contadini esprimevano la consapevolezza e la convinzione che tale forma dell’am-
biente, in cui non c’era un vero bosco ma superfici erbose cosparse di radi alberi, riflette-
va il loro antico metodo d’uso, in favore del quale già da tempo avevano sistematicamente

95
   90   91   92   93   94   95   96   97   98   99   100