Page 97 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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senza bosco: la savana in carso

Trieste per la tintura dei tessuti32] amontante a pochi funti [0,56 kg] per cadau-
no; e questo non annualmente, ma soltanto dopo il corso d’alcuni anni (AST, CF,
Gorjansko, S4).

Gli abitanti del Carso non distruggevano il bosco e gli alberi, li usavano. Ogni albero
si trovava lì con uno scopo ben preciso. Nel determinare l’uso dell’ambiente e dello spa-
zio nonché delle piante, si basavano sulle verificate caratteristiche del terreno carsico e
delle condizioni climatiche e, al contempo, sulla sperimentata capacità vegetativa delle di-
verse specie. In Carso, infatti, le essenze arboree crescevano anche al di fuori dei pasco-
li e dei prati più o meno alberati. In primo luogo va ricordato che nei vigneti si coltivava
l’acero campestre, una specie di pianta usata come tutore vivo delle viti sebbene, proba-
bilmente, gli alberi più frequenti fossero quelli di noce: si coltivavano nei pascoli comuna-
li e negli altri terreni collettivi, lungo le strade e in qualche piazza di paese, ma anche nei
pascoli e nei vigneti individuali nonché nei cortili delle case. Peraltro nelle corti (borjači)
erano più diffusi i gelsi, piantati pure lungo le vie dei borghi e in taluni luoghi anche nelle
campagne e quindi, per lo più, su possedimenti individuali ma anche su terreni comuni.33
Specie nelle zone del Carso prossime alla costa, si rileva che i contadini più »zelanti« col-
tivavano nei campi e tra le viti qualche albero da frutto: quelli citati più spesso sono pe-
schi, susini, ciliegi; a Sgonico e Brestovica anche fichi.34 La descrizione più ricca, che allo
stesso tempo completa l’elenco delle specie di alberi da frutto presenti nell’area, ci è sta-
ta lasciata a Tomaj, probabilmente il villaggio con il suolo più fertile del Carso.

Alcuni delli più zelanti ed attivi agricoltori coltivano tanto nelli campi arativi sempli-
ci e vitati, com’anche nelli pascoli prossimi alle abitazioni, un piccolo numero di pru-
ne, e ciliegie oltre qualche noce, mela e pera. Nelli cortili poi qualche gelso (AST,
CF, Tomaj, S5).

Sulla scorta di quanto esposto sinora è possibile concludere che, in base alle loro
esperienze e al sapere derivante dalla pratica, i contadini ritenevano che in Carso il »vero
bosco« non era economicamente giustificato. Gli alberi, infatti, crescevano piuttosto
male e lentamente, per cui il potenziale rendimento e reddito ricavabili per esempio dal
legname da costruzione sarebbero stati inferiori a quelli che si potevano ottenere dalla
stessa superficie se utilizzata anche per il pascolo, in particolare se il bosco fosse stato di-
radato per produrre più erba, utilizzando al contempo i rimanenti alberi per soddisfare
tutte le esigenze quotidiane e stagionali. Bisogna considerare, inoltre, che la coltivazione
di alberi ad alto fusto di forma regolare richiedeva al contadino di rinunciare al loro sfrut-
tamento, comportando una perdita di reddito (potenziale) ovvero di una fonte di legna
necessaria e di superfici da pascolo, protratta per diversi decenni o addirittura un paio di
secoli. Per tale ragione lasciavano crescere di proposito solamente gli alberi necessari a
coprire i bisogni domestici, il consumo nei vigneti e a integrare il foraggio. Era per questo
motivo che avevano scelto il ceduo quale forma di allevamento degli alberi.

32 Scharnaggl, 2008, 79, 84.

33 AST, CF, Brestovica pri Komnu, S5; Brje pri Komnu, S5; Duino, S5; Gabrovizza, S5; Gabrovica pri Komnu,
S5; Gorjansko 339, S5; Hruševica, S5; Kobjeglava, S5; Kopriva, S5; Repen, S5; Salež, S5; Sela na Krasu, S5;
Slivno, S5; Šempolaj, S5; Štanjel, S5; Tomačevica, S5; Veliki dol, S5; Volčji grad, S5; Sgonico, S5).

34 AST, CF, Brestovica pri Komnu, S5; Sales, S5; Slivia, S5; S. Pelagio, S5; Sgonico, S5.

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