Page 114 - Panjek, Aleksander (2015). Paesaggio culturale e ambiente del Carso. L’uso delle risorse naturali in età moderna. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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paesaggio culturale e ambiente del carso

va dall’impegno dell’amministrazione statale per garantire i mezzi finanziari e i materiali,
alle pressioni esercitate sul potere politico, alla progettazione della tratta e alla sua stes-
sa costruzione, sino all’inserimento nel territorio della ferrovia con tutta l’infrastruttura
pertinente (stazioni, officine, alloggi). In questa prospettiva era fondamentale assicurarsi
e sfruttare anche le risorse naturali locali, tra le quali rientrava pure l’acqua, un elemento
insostituibile dell’economia e della vita della popolazione carsolina, per la ferrovia, inve-
ce, una risorsa strategica. Proprio su questo punto si giunge al confronto tra due mondi:
quello degli abitanti del Carso, dove l’acqua è un bene naturale collettivo nell’economia e
nella società contadina tradizionali, una risorsa che, all’infuori delle cisterne private, è ge-
stita dalla comunità e alla quale tutti possono accedere, e il mondo della modernizzazio-
ne, con l’impegno dello stato e degli imprenditori locali volto all’appropriazione e alla pri-
vatizzazione delle risorse naturali sino ad allora collettive.

Processi e vicende analoghe trovano riscontro anche altrove in Europa, poiché l’in-
dustrializzazione, della quale la costruzione della rete ferroviaria era un segmento, ha de-
terminato un sostanziale mutamento delle implicazioni economiche delle risorse natu-
rali. Se uno degli interrogativi più importanti della storia ambientale è quello relativo alla
minore o maggiore »sostenibilità« delle forme collettive di sfruttamento delle risorse na-
turali rispetto a quelle individuali e private, il periodo dell’industrializzazione rappresen-
ta un adeguato campo di osservazione dei loro diversi effetti, in quanto nel contesto di
questo fenomeno non di rado si arriva alla privatizzazione delle risorse naturali e del loro
sfruttamento. È possibile esaminare tale questione anche nel caso dell’acqua: così, per
un processo analogo nella Valle del Liri nel sud d’Italia nell’Ottocento, è stata coniata l’e-
spressione »recinzione dell’acqua« (enclosing water, Barca, 2010). Dopo che tutta una se-
rie di industriali locali aveva cominciato a sfruttare illimitatamente il fiume Liri e i suoi af-
fluenti, sempre più spesso avvenivano forti inondazioni, distruzioni di abitati e terreni. Le
nuove forme di utilizzo dell’acqua avevano infatti portato al »disordine idrico« (disorder of
water). Le cause di questo disordine sono da ricercare nella percezione che gli industriali
summenzionati avevano dell’acqua in quanto capitale naturale, che era non solo oppor-
tuno ma anche indispensabile sfruttare per avviare una moderna produzione industria-
le. Agli industriali si opposero gli abitanti del luogo e i proprietari terrieri, i cui differen-
ti interessi coincidevano in un punto, ossia l’ostinazione nel voler conservare gli esistenti,
»tradizionali« modi d’uso del fiume. In altre parole erano interessati a conservare il vi-
gente ordine sociale e i metodi tradizionali di regolazione dell’accesso agli spazi collettivi
e alle risorse naturali in essi presenti. Il terzo attore in questa vicenda era lo stato, ossia i
diversi sottosistemi amministrativi. Questi ultimi seguivano il paradigma dell’industrializ-
zazione e appoggiavano le attività degli imprenditori, ma poi ricadde sulle loro spalle l’o-
nere di dover risolvere i problemi sia economici sia ambientali causati dallo sfruttamen-
to indiscriminato del fiume. Avremo modo di tornare su questo tema più avanti, prima
vediamo come si svolse il confronto nel caso delle risorse idriche a S. Croce e Aurisina.

A metà Ottocento sul territorio delle provincie slovene era in corso un importan-
te progetto, la costruzione della tratta della cosiddetta ferrovia meridionale, il nuovo col-
legamento principale tra Vienna e Trieste, che fu realizzata negli anni 1842–1857. Sino al
1849 fu ultimato il tratto da Vienna a Lubiana, entro il 1857 invece quello da Lubiana a
Trieste. Il tracciato della ferrovia tra Lubiana e Trieste correva attraverso il Carso e pre-
cisamente tra la stazione di Gornje Ležeče, che si trovava in Carniola, e le stazioni di Di-

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