Page 33 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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intreccio del 3 e del 4. beli križ e triglavca di prelože e l’idolo di zbrucz

dei semi due volte all’anno – d’autunno per la semina invernale ed in primavera per la se-
mina primaverile?

Inoltre nella Triglavca per invocare l’abbondanza non si rivolgevano a Triglav–Daj-
bog ma alla fertile sposa Deva. Si tratta di un rito che si è manifestato solo con il preva-
lere dell’agricoltura? Il rito sul Beli križ infatti soddisfa tutte le necessità, mentre quello
nella Triglavca è destinato esclusivamente al campo. Constatiamo una certa duplicazio-
ne delle funzioni. Questa è forse la conseguenza dell’accettazione della tradizione miti-
ca autoctona?

Nel nostro paragone con la struttura dell’idolo di Zbrucz è significativo che gli abi-
tanti di Prelože indubbiamente conoscessero ed »impiegassero« la coppia fertile del mi-
tico quartetto, che era rappresentato dalle quattro pietre verticali di Beli križ. Se questa
comparazione è corretta, si potrebbe supporre che conoscessero anche la coppia steri-
le. Riguardo questa mi ha gentilmente informato Boris Čok. A Prelože infatti ancora esi-
stono una vicina all’altra le rocce Baba e Dedec (la Vecchia ed il Vecchio), ognuna con il
suo seggio scolpito (immagine 7), che accentua la loro immobilità in confronto agli attivi
Deva e Devač. Che si tratti di figure sterili, lo racconta la storia di Lokev sulla Železna ba-
bica che descrive la figura femminile, che come la babica (it. ostetrica) assiste alla nascita
dei bambini e non si comporta come una baba maligna (Čok, 2012, 64).

Beli križ e Triglavca, entrambi con le loro figure mitiche di Dedec e Baba compon-
gono una struttura completa. Il possibile dubbio, che non ci siano collegamenti tra Beli
križ e Triglavca, è stato recentemente risolto grazie alla scoperta di Katja Hrobat Virlo-
get, che nella Jama pri Trnovskem studencu sull’altopiano di Snežnik sopra Ilirska Bistri-
ca ha scoperto una stalagmite fallica ed attorno ad essa cerchi con croci (Hrobat Virlo-
get, 2014).

Così abbiamo trovato tutti gli elementi dell’idolo di Zbrucz anche nell’ambiente di
Prelože e Lokev. Coincide anche la distribuzione dei luoghi rituali. Gli abitanti di Prelože
accendevano il falò del solstizio d’estate nel punto più elevato, le quattro pietre verticali
sono la parte più alta, che ben figura a Beli križ. Ad un livello medio stanno il cerchio e la
croce, i posti in piedi delle quattro fanciulle, il terreno dal quale »cresce« mlajčeć. L’ener-
gia vitale proviene dal sottosuolo da sotto il mlajčeć, che è nella grotta Triglavca, dove si
trovano anche le teste tricefale di Triglav come nella parte inferiore dell’idolo di Zbrucz.

Le concordanze tra la struttura dell’idolo di Zbrucz e la tradizione mitica di Prelože
sono talmente tante che non ci può essere alcun dubbio che si tratti della rappresentazio-
ne dello stesso sistema di pensiero. Le divergenze a Prelože sono il risultato di particolari
condizioni ambientali. In confronto alla tradizione di Prelože, quella di Lokev sembra più
indistinta, tuttavia è egualmente importante e bisognerà valutarla a parte.

Bibliografia

Bezlaj, France. Etimološki slovar slovenskega jezika II. Ljubljana: SAZU, Mladinska knjiga,
1982.

Čok, Boris. V siju mesečine. Ljubljana: Založba ZRC, 2012.

Gams, Ivan. »Lokev – zemlja in ljudje.« In Ignacij Voje, Lokev skozi čas, 12–22. Ljubljana:
Znanstveni inštitut Filozofske fakultete, 1987.

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