Page 35 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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Combattenti notturni:
eresie contadine e stregonerie
in Slovenia e Friuli1
Zmago Šmitek
Viveva1 un tempo un mugnaio, muratore e falegname friulano, Domenico Scandel-
la, chiamato Menocchio, di Montereale Valcellina, a circa 20 km a nord-ovest da
Pordenone. Nato nel 1532, la sua storia si sarebbe facilmente dimenticata, se non
si fossero conservati i suoi interrogatori, condotti dall’Inquisizione tra il 1583 e il 1596, nei
documenti conservati presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Udine. Questo con-
tadino, un paesano non del tutto illetterato, fu condannato come membro della setta dei
benandanti, e per le sue convinzioni ostinate alla fine con disonore arse sul rogo. Non rin-
negò le proprie convinzioni eretiche, anzi ne discusse e pose domande provocatorie a co-
loro che lo interrogavano. I documenti di entrambi i processi vennero scoperti dallo sto-
rico italiano Carlo Ginzburg, che commentò più tardi »sapevo che ero giunto a una grande
scoperta, sebbene non potessi metterla a fuoco« (Verginella, 2010, 240).
In secondo luogo, nel suo memorabile Il formaggio e i vermi, Ginzburg cercò un po’
più dettagliatamente di definire le idee di Menocchio, delle quali affermò che fanno in-
travedere »uno strato ancora non scandagliato di credenze popolari, di oscure mitologie con-
tadine. Ma ciò che rende molto più complicato il caso di Menocchio è il fatto che questi oscuri
elementi popolari sono innestati in un complesso di idee estremamente chiaro e conseguente,
che vanno dal radicalismo religioso, a un naturalismo tendenzialmente scientifico, ad aspirazio-
ni utopistiche di rinnovamento sociale« (Ginzburg, 2010, 20) Tutto questo indica che l’uo-
mo era curioso, alfabeta, e per il suo ambiente locale di molte letture e si può parlare di
un intreccio di cultura di più strati sociali con un’ideologia conservatrice contadina. Dun-
que, anche secondo l’opinione dello stesso Ginzburg, »non possiamo considerarlo un con-
tadino ‘tipico’ (nel senso di ‘medio’, ‘statisticamente più frequente’) del suo tempo« (Ginzburg,
2010, 21) Contemporaneamente constata che »nonostante la straordinarietà delle asserzio-
ni di Menocchio /.../ al contadino di Montereale probabilmente non erano sembrate estranee e
lontane dalla sua vita, credenze e desideri« (Ginzburg, 2010, 180). In alcuni punti erano par-
se simili alle idee e prassi dei benandanti, portatori di un antico culto agrario precristiano
della vegetazione e della fertilità.
1 Il lavoro è stato quasi contemporaneamente pubblicato nella rivista Studia mythologica Slavica 17 (2014)
come originale articolo scientifico. Qui lo pubblichiamo nuovamente, dato che la ricerca corrisponde alla
tematica del libro e traducendola in italiano potrà raggiungere un altro pubblico, tra cui anche i lettori
italiani. La sensibilizzazione transfrontaliera è infatti uno degli obiettivi del progetto Living landscape.
combattenti notturni: eresie contadine e stregonerie in slovenia e friuli
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eresie contadine e stregonerie
in Slovenia e Friuli1
Zmago Šmitek
Viveva1 un tempo un mugnaio, muratore e falegname friulano, Domenico Scandel-
la, chiamato Menocchio, di Montereale Valcellina, a circa 20 km a nord-ovest da
Pordenone. Nato nel 1532, la sua storia si sarebbe facilmente dimenticata, se non
si fossero conservati i suoi interrogatori, condotti dall’Inquisizione tra il 1583 e il 1596, nei
documenti conservati presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Udine. Questo con-
tadino, un paesano non del tutto illetterato, fu condannato come membro della setta dei
benandanti, e per le sue convinzioni ostinate alla fine con disonore arse sul rogo. Non rin-
negò le proprie convinzioni eretiche, anzi ne discusse e pose domande provocatorie a co-
loro che lo interrogavano. I documenti di entrambi i processi vennero scoperti dallo sto-
rico italiano Carlo Ginzburg, che commentò più tardi »sapevo che ero giunto a una grande
scoperta, sebbene non potessi metterla a fuoco« (Verginella, 2010, 240).
In secondo luogo, nel suo memorabile Il formaggio e i vermi, Ginzburg cercò un po’
più dettagliatamente di definire le idee di Menocchio, delle quali affermò che fanno in-
travedere »uno strato ancora non scandagliato di credenze popolari, di oscure mitologie con-
tadine. Ma ciò che rende molto più complicato il caso di Menocchio è il fatto che questi oscuri
elementi popolari sono innestati in un complesso di idee estremamente chiaro e conseguente,
che vanno dal radicalismo religioso, a un naturalismo tendenzialmente scientifico, ad aspirazio-
ni utopistiche di rinnovamento sociale« (Ginzburg, 2010, 20) Tutto questo indica che l’uo-
mo era curioso, alfabeta, e per il suo ambiente locale di molte letture e si può parlare di
un intreccio di cultura di più strati sociali con un’ideologia conservatrice contadina. Dun-
que, anche secondo l’opinione dello stesso Ginzburg, »non possiamo considerarlo un con-
tadino ‘tipico’ (nel senso di ‘medio’, ‘statisticamente più frequente’) del suo tempo« (Ginzburg,
2010, 21) Contemporaneamente constata che »nonostante la straordinarietà delle asserzio-
ni di Menocchio /.../ al contadino di Montereale probabilmente non erano sembrate estranee e
lontane dalla sua vita, credenze e desideri« (Ginzburg, 2010, 180). In alcuni punti erano par-
se simili alle idee e prassi dei benandanti, portatori di un antico culto agrario precristiano
della vegetazione e della fertilità.
1 Il lavoro è stato quasi contemporaneamente pubblicato nella rivista Studia mythologica Slavica 17 (2014)
come originale articolo scientifico. Qui lo pubblichiamo nuovamente, dato che la ricerca corrisponde alla
tematica del libro e traducendola in italiano potrà raggiungere un altro pubblico, tra cui anche i lettori
italiani. La sensibilizzazione transfrontaliera è infatti uno degli obiettivi del progetto Living landscape.
combattenti notturni: eresie contadine e stregonerie in slovenia e friuli
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