Page 37 - Hrobat Virloget, Katja, Kavrečič, Petra, eds. (2015). Il paesaggio immateriale del Carso. Založba Univerze na Primorskem, Koper.
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combattenti notturni: eresie contadine e stregonerie in slovenia e friuli

invece a riposarsi discosto da loro e si coricò sotto un arbusto. Là si addormentò.
Gli altri uomini videro che dalla sua bocca uscì un calabrone. Di questo se ne avvi-
de anche Lazar e disse agli altri che stessero attenti a quando il calabrone tornasse
indietro. Effettivamente videro che il calabrone era ritornato e che si era calato nel-
la bocca di Pierin. Dopo di che costui si era svegliato. Gli uomini gli saltarono allora
addosso, minacciando di ucciderlo se non avesse detto loro, che cosa era stato. Egli
disse: »Oh, se voi sapeste dove sono stato! Ero a Pisino e ho ucciso il bambino non
ancora nato a una certa donna«. E disse ancora: »Se voi mi aveste spostato anche
solo di poco, sarei allora morto, perché quel calabrone, che sarebbe la mia anima,
non avrebbe trovato la strada per il ritorno«. (Tomšič, 1989, 58 (n° 38))

Una versione storica di questo racconto risale al periodo dell’insediamento dei
Longobardi in Friuli. Ce l’ha trasmessa Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum
(3.34) della fine dell’VIII sec. e in questo territorio evidentemente è sopravvissuta fino ai
tempi più recenti. È anche vero che in un modo simile erano viste »anime vaganti« anche
in altre parti d’Europa e in alcune dell’Asia (Šmitek, 2004, 179–93). Una variante della sto-
ria del volo dell’anima dal corpo di un uomo dormiente, già da più di un secolo era sta-
ta raccolta anche nel Tolminese, sebbene in questo caso l’anima era stata indicata in un
modo più tradizionale, come un uccello bianco, che alla fine ritorna indietro nel corpo at-
traverso la bocca (Fonovski, 1882, 139).

Se si confronta la documentazione friulana sui benandanti con la tradizione popo-
lare slovena notiamo che in quest’ultima intervengono figure simili, chiamate kresniki, in
Istria e Dalmazia anche krsniki. Anche questi, come i loro vicini friulani, erano nati con una
membrana, bianca per loro e nera o rossa per gli stregoni. Il simbolismo cromatico del-
la membrana era ancora molto importante in Istria (Marjanić, 2010, 185). A mezzanotte
questi esseri s’incontravano agli crocicchi, di preferenza sotto una quercia. Là si scontra-
vano fra di loro, o duellavano volando, per cui molto spesso assumevano spoglie anima-
li: in Slovenia in forma di cinghiali o buoi, in Croazia anche di cane, gatto, montone, caval-
lo (Marjanić, 2010, 172).

Gli animali duellanti avevano ognuno il proprio colore, che poteva essere identico al
colore della membrana: il kresnik gareggiava sempre col bianco, il suo avversario col ros-
so o il nero. Succedeva diversamente solo in rari casi, per esempio quando un bue rosso
combatteva con uno nero (Kelemina, 1930, 89 (n° 35/III)). Il krsnik croato poteva interve-
nire anche come bue pezzato, una coppia di mogut (variante dei krsnik) e come un maiale
pezzato e rossastro (Marjanić, 2010, 172, 173). Secondo alcune tradizioni dell’Istria, biso-
gnava cucire un pezzetto di membrana (»camicetta«) sotto l’ascella del kresnik e così pro-
teggere il suo potere magico (Marjanić, 2010, 185). Questa credenza si mantenne ancora
all’epoca dei processi per stregoneria nel XVII e all’inizio del XVIII sec., quando un cenno
in questa parte del corpo indicava l’appartenenza ad una gilda di stregoni. Credevano an-
che che prima di un volo di streghe fosse necessario frizionare con un unguento speciale
in particolare sotto l’ascella o anche per tutto il corpo.

Ogni kresnik era il protettore del proprio territorio (villaggio, parrocchia) e se vin-
ceva nel duello, aveva conquistato con la lotta per gli abitanti di quel territorio un buon
raccolto. Secondo alcune interpretazioni di Pomurje (Murania) e della Croazia caicava,
i kresniki sono studenti della scuola nera (črna šola) che imparano la loro arte nella torre
di Babele (Šmitek, 2003, 20 (n° 8)). Fra gli uni e gli altri c’era anche una precisa differenza

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