Page 54 - Studia Universitatis Hereditati, vol 11(1) (2023)
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dia universitatis her editati, letnik 11 (2023), številk a 1 / volume 11 (2023), number 1 54occhi in su, tutti a guardare con stupore ver-per un’impresa edilizia e per anni aveva traf-
so il cielo, dove una figura volteggiava ac- ficato con taniche piene di liquido incolore.
hereditaticanto alla nuvola-cattedrale. Era lui. Las- L’oro liquido di quegli anni. Lei non aveva
sù in alto volteggiava lui. Non era per nulla la certezza assoluta che l’acido servito per il
morto, al contrario era diventato un supere- ragazzino fosse venuto da suo padre, ma sa-
roe al modo di Silver Surfer o dei Fantasti- peva che quasi di sicuro lo era. Sapeva. Era
ci Quattro. Montava un cavallo come in una cresciuta sapendo. Era cresciuta con la co-
delle foto che circolavano sui giornali, una scienza che il mondo intero fosse edificato
foto scattata al maneggio dove andava pri- sopra una pozza d’acido, pronto a sciogliere
ma del sequestro, solo che nel disegno il ca- il senso di ogni cosa, di ogni legame e di ogni
vallo era fatto di vento e si intravedevano ap- esistenza (Mancassola 2011b, 103).
pena i contorni. Era vivo, era libero e volava.
Un autentico supereroe. Lo battezzò il Ca- Diversamente, gli eventi che portano al ra-
valiere Bianco (Mancassola 2011b, 82). pimento del piccolo Giuseppe Di Matteo e i fatti
inerenti al reale episodio di cronaca vengono rac-
Lo scrittore costruisce così una dimensione contati nel pieno rispetto delle fonti e in manie-
alternativa composta da una commistione di re- ra asciutta e realistica. In apertura del racconto si
altà, fantasia e dolore: introduce le vicende che hanno portato al seque-
stro per vendetta del giovane ragazzo a causa del-
Se un confine tra realtà e fantasia era mai la collaborazione del padre con la giustizia:
esistito, un dolore corrosivo lo aveva sciol-
to. «Non esisteva la fantasia, esisteva solo Era il 1993 e un suo ex amico, un certo Mez-
la necessità di sopravvivere. Come facevano zonaso, si era venduto alla polizia. Il vendu-
gli altri a non capire? C’era lui, là fuori, a ve- to stava facendo una serie di rivelazioni sul-
gliare su di me e su ogni altro. Non sarei stata le attività dello Scannacristiani. Soprattutto,
neppure viva, altrimenti.» Dormiva con un stava facendo rivelazioni a proposito di una
ritratto del Cavaliere Bianco accanto al cu- strage alla cui realizzazione avevano preso
scino. Di mattina trovava il cuscino umido parte entrambi, l’anno prima, quella in cui
pur senza ricordare di avere pianto (Mancas- avevano ammazzato un famosissimo giudi-
sola 2011b, 93). ce con la moglie e gli uomini della scorta: la
strage di Capaci. Quella che aveva sconvol-
Da questo incubo e dai sensi di colpa, Silvia to il paese. La strage che tutti ancora ricor-
potrà liberarsi grazie alle cure e alla vicinanza di diamo. La polizia nascondeva Mezzonaso
un giovane dottore che la seguirà nel percorso di in qualche luogo lontano e lui parlava, par-
guarigione: lava, della strage di Capaci, di altre faccende
(Mancassola 2011b, 67-68).
Fu una cosa lenta, servirono molti colloqui,
servì che lui diminuisse i farmaci e la guidas- Poco dopo, anche l’episodio del rapi-
se in una serie di sedute con la tecnica del so- mento viene decritto in maniera piuttosto
gno lucido, in stato di semi-ipnosi. Servì che documentaristica:
Silvia iniziasse a lavorare al suo libro, su in-
coraggiamento di lui. Poco alla volta la sto- Un giorno di novembre. Il figlio di Mezzo-
ria iniziò a comporsi. Tutte le stranezze del- naso aveva dodici anni e non vedeva il padre
la sua famiglia. Gli sguardi di complicità di da tempo. Andarono a prenderlo tre uomi-
Daniele, il compagno di scuola spaccone, ni vestiti da poliziotti, con un lampeggian-
che proveniva da una famiglia come quel- te della polizia montato sulla macchina. Si
la di lei. Una famiglia di collusi con la mafia. presentarono al maneggio dove il ragazzi-
Certi adulti sapevano più di altri. Certi adul- no stava cavalcando. Amava i cavalli. Si pre-
ti erano coinvolti. Il padre di Silvia lavorava sentarono e chiamarono il suo nome, non lo
so il cielo, dove una figura volteggiava ac- ficato con taniche piene di liquido incolore.
hereditaticanto alla nuvola-cattedrale. Era lui. Las- L’oro liquido di quegli anni. Lei non aveva
sù in alto volteggiava lui. Non era per nulla la certezza assoluta che l’acido servito per il
morto, al contrario era diventato un supere- ragazzino fosse venuto da suo padre, ma sa-
roe al modo di Silver Surfer o dei Fantasti- peva che quasi di sicuro lo era. Sapeva. Era
ci Quattro. Montava un cavallo come in una cresciuta sapendo. Era cresciuta con la co-
delle foto che circolavano sui giornali, una scienza che il mondo intero fosse edificato
foto scattata al maneggio dove andava pri- sopra una pozza d’acido, pronto a sciogliere
ma del sequestro, solo che nel disegno il ca- il senso di ogni cosa, di ogni legame e di ogni
vallo era fatto di vento e si intravedevano ap- esistenza (Mancassola 2011b, 103).
pena i contorni. Era vivo, era libero e volava.
Un autentico supereroe. Lo battezzò il Ca- Diversamente, gli eventi che portano al ra-
valiere Bianco (Mancassola 2011b, 82). pimento del piccolo Giuseppe Di Matteo e i fatti
inerenti al reale episodio di cronaca vengono rac-
Lo scrittore costruisce così una dimensione contati nel pieno rispetto delle fonti e in manie-
alternativa composta da una commistione di re- ra asciutta e realistica. In apertura del racconto si
altà, fantasia e dolore: introduce le vicende che hanno portato al seque-
stro per vendetta del giovane ragazzo a causa del-
Se un confine tra realtà e fantasia era mai la collaborazione del padre con la giustizia:
esistito, un dolore corrosivo lo aveva sciol-
to. «Non esisteva la fantasia, esisteva solo Era il 1993 e un suo ex amico, un certo Mez-
la necessità di sopravvivere. Come facevano zonaso, si era venduto alla polizia. Il vendu-
gli altri a non capire? C’era lui, là fuori, a ve- to stava facendo una serie di rivelazioni sul-
gliare su di me e su ogni altro. Non sarei stata le attività dello Scannacristiani. Soprattutto,
neppure viva, altrimenti.» Dormiva con un stava facendo rivelazioni a proposito di una
ritratto del Cavaliere Bianco accanto al cu- strage alla cui realizzazione avevano preso
scino. Di mattina trovava il cuscino umido parte entrambi, l’anno prima, quella in cui
pur senza ricordare di avere pianto (Mancas- avevano ammazzato un famosissimo giudi-
sola 2011b, 93). ce con la moglie e gli uomini della scorta: la
strage di Capaci. Quella che aveva sconvol-
Da questo incubo e dai sensi di colpa, Silvia to il paese. La strage che tutti ancora ricor-
potrà liberarsi grazie alle cure e alla vicinanza di diamo. La polizia nascondeva Mezzonaso
un giovane dottore che la seguirà nel percorso di in qualche luogo lontano e lui parlava, par-
guarigione: lava, della strage di Capaci, di altre faccende
(Mancassola 2011b, 67-68).
Fu una cosa lenta, servirono molti colloqui,
servì che lui diminuisse i farmaci e la guidas- Poco dopo, anche l’episodio del rapi-
se in una serie di sedute con la tecnica del so- mento viene decritto in maniera piuttosto
gno lucido, in stato di semi-ipnosi. Servì che documentaristica:
Silvia iniziasse a lavorare al suo libro, su in-
coraggiamento di lui. Poco alla volta la sto- Un giorno di novembre. Il figlio di Mezzo-
ria iniziò a comporsi. Tutte le stranezze del- naso aveva dodici anni e non vedeva il padre
la sua famiglia. Gli sguardi di complicità di da tempo. Andarono a prenderlo tre uomi-
Daniele, il compagno di scuola spaccone, ni vestiti da poliziotti, con un lampeggian-
che proveniva da una famiglia come quel- te della polizia montato sulla macchina. Si
la di lei. Una famiglia di collusi con la mafia. presentarono al maneggio dove il ragazzi-
Certi adulti sapevano più di altri. Certi adul- no stava cavalcando. Amava i cavalli. Si pre-
ti erano coinvolti. Il padre di Silvia lavorava sentarono e chiamarono il suo nome, non lo