Page 26 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
P. 26
per le case, la Pasqua. E i fieni, una manciatastudia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 26Si tratta in effetti di una doppia rappresen-
rossa di trifoglio nel corno vuoto del manzo, tazione del tempo, anzi di un attrito, di un con-
si mangia già all’aperto tra i profumi, l’erba-hereditati fliggere del tempo ciclico e continuo, proprio
spagna, le patate rosse fra la terra rossa, i fru- delle società arcaiche e contadine, col tempo li-
menti e la trebbia, festa di nuovo, e sempre neare, spezzato, incalzante della storia moderna.
avanti così, fino a comprarsi qualcosa di nuo-
vo, farsi la stalla, aggiustarsi il forno, governa- Lo spazio del villaggio qui si dilata in quel-
re il tetto, piantare altre viti. lo appena più ampio della parrocchia che simbo-
licamente e concretamente incarna il senso della
Ero ormai anch’io sulle scale. comunità, della terra e degli uomini che la popo-
lano, di un’identità collettiva per quanto diversi-
E comperare un vestito a mia moglie, veder ficata al suo interno.
mia figlia cuocere col fazzoletto in testa, fare
il pane, Vigi che ha già la ragazza che viene Ne segna il territorio - in quanto terra abi-
per casa. Andare insieme a una fiera, con il tata dai popoli della comunità - , ad apertura di
carretto e magari un cavallino come quello libro, la corsa gioiosa e inquieta in un mattino
di Nando, tornare a casa col melone, un po’ di Pasqua del ragazzo (destinato seguendo una
stanchi. E d’estate andare al bagno con om- remota tradizione familiare a divenire sagresta-
brelli (Tomizza 2000, 142). no) attraverso campi e villaggi, uomini che gli si
rivolgono nelle diverse lingue, boschi e pascoli,
Quasi vent’anni dopo ne La miglior vita il rocce interrotte dalla vista del mare, disegnando
grado di mediazione e distacco aumenta sensibil- i confini della parrocchia e lo spazio del roman-
mente grazie allo spessore del tempo narrativo, zo, mentre procede a una sorta di benedizione se-
a un quadro storico allargato dall’inizio del no- mipagana, giacché un retroterra ancestrale, per-
vecento all’età contemporanea alla stesura del li- manenti riti superstiziosi si mescolano alla fede
bro, alla fine degli anni settanta. Allo stesso tem- ingenua del cristianesimo contadino.
po si confermano e approfondiscono alcuni temi
e aspetti di Materada. È il sentimento della terra, ossia della natura
nei suoi ritmi stagionali, di colori, suoni, odori,
L’ampio orizzonte della prospettiva storica che rappresenta, trasfigurato nel numinoso, la vi-
si esplica attraverso l’esile trama della vita di un sione del mondo dei parrocchiani, ritmando con
sagrestano (l’avvicendarsi dei parroci, il matri- l’avvicendarsi delle stagioni il ciclo della vita e
monio, la nascita di un figlio, poi morto da parti- fin il sacro dei colori liturgici, l’avvicendarsi del-
giano) la vita nei suoi semplici accadimenti quo- le pianete sacerdotali, nella fantasia del ragazzo:
tidiani, immersi nel flusso dei grandi eventi della
storia che vi si ripercuotono. Ma mi parevano, quelle tinte, anche into-
nate all’abito delle stagioni, richiamando
L’umile protagonista, dimesso e fedele cro- sull’altare il verde dei roveri, il giallo delle
nista del quotidiano, non giudica, non assolve, biade, il rosso sangue delle graie in autunno,
non accusa; si limita a registrare i fatti nella pro- i monti violetti dei mattini d’inverno (To-
pria oggettività, lasciando che parlino da sé. mizza 1977, 16).

L’esodo dall’Istria, già oggetto di Matera- Della dettagliata descrizione del percorso
da, si inserisce in un tempo lungo, in un percor- fornirò, a titolo d’esempio, una sola citazione, un
so narrativo in grado di prospettare le sue remote frammento, la scoperta del paesaggio:
e prossime motivazioni, l’arco delle diverse possi-
bilità irrealizzate aperte alla convivenza pacifica, La vallata scendeva dal costone pietroso e
la violenza dei conflitti, il futuro che ne smorza dalla boscaglia più dolce che perdurava a le-
gli attriti, il protagonismo delle nuove generazio- vante lungo l’arco del mio braccio sinistro,
ni tra riscatti e ricadute. e dove finivano le dita di quella mano essa
accennava a risalire per arrestarsi di colpo
   21   22   23   24   25   26   27   28   29   30   31