Page 29 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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ia universitatis ni, apertesi proprio con quella scoperta for- va cui appartiene l’io scrivente e sul suo rapporto
inchiostro istriano 29 zata, con quella scelta ugualmente imposta, con la terra; la seconda, odeporica, su due viag-
aveva obbligato a riconfermare la prima fede gi in Dalmazia e Bosnia e nell’intera Jugoslavia,
oppure a smentirla (Tomizza 1977, 208). che approfondiscono la questione della natura
plurima del suo popolo; l’ultima legata a un de-
Ma nei villaggi della parrocchia, se, come luso sogno senile di rinascita identitaria e amo-
a Umago, le case rimaste vuote, dalle imposte rosa con una giovane dalmatina, tra i prodromi
sbarrate, o sbattenti nel vento, vengono rioccu- della guerra fra le Repubbliche Jugoslave.
pate a ondate successive da nuovi migranti di di-
verse etnie dall’interno del Paese, in un ripetersi Il sogno dalmata alluso nel titolo non si
di arrivi e abbandoni, che ripropongono un’eter- identifica, come potrebbe superficialmente ap-
na vicenda umana, nuovamente tra i rimasti e i parire, con quello del desiderio amoroso, ma
nuovi venuti si ricrea una comunanza, una possi- quest’ultimo è se mai simbolo del sogno istria-
bilità di vita condivisa tra slavi di varia origine e no di ritorno dell’autore, e soprattutto di quello
italiani, con dialetti diversi ma unità di consue- secolare, più ampio e collettivo delle popolazioni
tudini e costumi. dalmate e albanesi che al tempo della conquista
turca abbandonarono le proprie città in cerca di
Ancora negli ultimi appunti del sagrestano, una terra promessa.
sulla microstoria quotidiana dei villaggi, si an-
notano contrastanti pensieri: la desolazione per Nelle vicissitudini degli avi emigrati a onda-
un’esistenza priva del sacro (“E che sarà delle sta- te successive, per sfuggire al dominio ottomano,
tue, del ciborio, del crocifisso del venerdì santo nel cinquecento e soprattutto nel seicento, dopo
/…/? /…/ gli uomini diventeranno tanto sicuri di che la peste aveva spopolato le contrade dell’I-
se stessi, della nessuna fede che hanno, da usar- stria, negli sbarchi, nelle frustrazioni, nel traf-
li come soprammobili?”), ma insieme la consta- fico di merce umana attivato da naviganti sen-
tazione orgogliosa: “Ho pensato che soltanto in za scrupoli si riflettono indubbiamente le prime
questo stato e in questo regime sarebbe uscito laceranti notizie sull’emigrazione clandestina in
dalle nostre povere zolle un deputato”. Europa, avviatasi in quei decenni. Dal discor-
so sulla storia remota traspare la viva attualità,
L’episodio bruciante della giovinezza con una decisa presa di posizione, pur inespressa,
dell’autore, la tragedia di un piccolo popolo ven- sull’accoglienza e sull’integrazione.
gono così inseriti nel dipanarsi di una storia glo-
bale, analizzati nei lontani prodromi, rispec- Le prime pagine del libro celebrano il ritor-
chiati in altre storie, i traumi e rancori vengono no alla heimat, dopo una lunga lontananza, la ri-
superati e ricomposti nel quadro amaro della co- appropriazione del paesaggio (“l’unico paesag-
mune condizione umana. gio del quale mi riconoscessi parte integrante”),
paesaggio di terra rossa (“com’è il suo colore che
Il sogno dalmata ritorna sul tema della mi- tanto mi richiama a sé e di cui non trovo l’egua-
grazione, in questo caso verso l’Istria, ancora più le?”) delimitata dall’azzurro del mare, traversata
indietro nella storia, fino al cinque e seicento. da boschi spinosi.
Il romanzo più apertamente autobiografico Ritorno alla terra (“un ritorno isolato, irto
(ma naturalmente in chiave romanzesca, con la di difficoltà e di cedimenti interiori”) è anche ri-
libertà d’invenzione del narratore) inquadra l’e- torno alla sua gente:
sodo dall’Istria con un distacco storico ancora
maggiore, in una vicenda di migrazioni secolari E tuttavia riconoscevo alla mia gente, non
e ripetute, nella storia di quelle terre fondate pro- contagiata da innovazioni esterne al suo am-
prio sull’emigrazione, e di una popolazione dalle bito, com’era invece avvenuto per tutti gli al-
molteplici radici identitarie. tri che avevano oltrepassato il confine, una
consanguineità senza uguali. Molte delle
Il volume si divide in tre parti: la prima sulle usanze proseguivano indisturbate, tanto da
origini dalmate dell’identità familiare e colletti-
inchiostro istriano 29 zata, con quella scelta ugualmente imposta, con la terra; la seconda, odeporica, su due viag-
aveva obbligato a riconfermare la prima fede gi in Dalmazia e Bosnia e nell’intera Jugoslavia,
oppure a smentirla (Tomizza 1977, 208). che approfondiscono la questione della natura
plurima del suo popolo; l’ultima legata a un de-
Ma nei villaggi della parrocchia, se, come luso sogno senile di rinascita identitaria e amo-
a Umago, le case rimaste vuote, dalle imposte rosa con una giovane dalmatina, tra i prodromi
sbarrate, o sbattenti nel vento, vengono rioccu- della guerra fra le Repubbliche Jugoslave.
pate a ondate successive da nuovi migranti di di-
verse etnie dall’interno del Paese, in un ripetersi Il sogno dalmata alluso nel titolo non si
di arrivi e abbandoni, che ripropongono un’eter- identifica, come potrebbe superficialmente ap-
na vicenda umana, nuovamente tra i rimasti e i parire, con quello del desiderio amoroso, ma
nuovi venuti si ricrea una comunanza, una possi- quest’ultimo è se mai simbolo del sogno istria-
bilità di vita condivisa tra slavi di varia origine e no di ritorno dell’autore, e soprattutto di quello
italiani, con dialetti diversi ma unità di consue- secolare, più ampio e collettivo delle popolazioni
tudini e costumi. dalmate e albanesi che al tempo della conquista
turca abbandonarono le proprie città in cerca di
Ancora negli ultimi appunti del sagrestano, una terra promessa.
sulla microstoria quotidiana dei villaggi, si an-
notano contrastanti pensieri: la desolazione per Nelle vicissitudini degli avi emigrati a onda-
un’esistenza priva del sacro (“E che sarà delle sta- te successive, per sfuggire al dominio ottomano,
tue, del ciborio, del crocifisso del venerdì santo nel cinquecento e soprattutto nel seicento, dopo
/…/? /…/ gli uomini diventeranno tanto sicuri di che la peste aveva spopolato le contrade dell’I-
se stessi, della nessuna fede che hanno, da usar- stria, negli sbarchi, nelle frustrazioni, nel traf-
li come soprammobili?”), ma insieme la consta- fico di merce umana attivato da naviganti sen-
tazione orgogliosa: “Ho pensato che soltanto in za scrupoli si riflettono indubbiamente le prime
questo stato e in questo regime sarebbe uscito laceranti notizie sull’emigrazione clandestina in
dalle nostre povere zolle un deputato”. Europa, avviatasi in quei decenni. Dal discor-
so sulla storia remota traspare la viva attualità,
L’episodio bruciante della giovinezza con una decisa presa di posizione, pur inespressa,
dell’autore, la tragedia di un piccolo popolo ven- sull’accoglienza e sull’integrazione.
gono così inseriti nel dipanarsi di una storia glo-
bale, analizzati nei lontani prodromi, rispec- Le prime pagine del libro celebrano il ritor-
chiati in altre storie, i traumi e rancori vengono no alla heimat, dopo una lunga lontananza, la ri-
superati e ricomposti nel quadro amaro della co- appropriazione del paesaggio (“l’unico paesag-
mune condizione umana. gio del quale mi riconoscessi parte integrante”),
paesaggio di terra rossa (“com’è il suo colore che
Il sogno dalmata ritorna sul tema della mi- tanto mi richiama a sé e di cui non trovo l’egua-
grazione, in questo caso verso l’Istria, ancora più le?”) delimitata dall’azzurro del mare, traversata
indietro nella storia, fino al cinque e seicento. da boschi spinosi.
Il romanzo più apertamente autobiografico Ritorno alla terra (“un ritorno isolato, irto
(ma naturalmente in chiave romanzesca, con la di difficoltà e di cedimenti interiori”) è anche ri-
libertà d’invenzione del narratore) inquadra l’e- torno alla sua gente:
sodo dall’Istria con un distacco storico ancora
maggiore, in una vicenda di migrazioni secolari E tuttavia riconoscevo alla mia gente, non
e ripetute, nella storia di quelle terre fondate pro- contagiata da innovazioni esterne al suo am-
prio sull’emigrazione, e di una popolazione dalle bito, com’era invece avvenuto per tutti gli al-
molteplici radici identitarie. tri che avevano oltrepassato il confine, una
consanguineità senza uguali. Molte delle
Il volume si divide in tre parti: la prima sulle usanze proseguivano indisturbate, tanto da
origini dalmate dell’identità familiare e colletti-