Page 58 - Studia Universitatis Hereditati, vol 7(2) (2019)
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dia universitatis her editati, letnik 7 (2019), številk a 2 58che vide centinaia di migliaia di profughi sbar-l’abbandono e il ritrovarsi nella terra sull’altra
care sulle coste italiane dell’Adriatico. Cronache sponda del mare.
hereditatidi giornali, testimonianze, impressioni e raccon-
ti di politici, di addetti ai centri di accoglienza si Kubati si impegna a disegnare la propria vita
permearono dappertutto, ma quella che ha resti- a partire da alcuni semplici ricordi dell’infanzia
tuito tutta la sofferenza degli albanesi che attra- ai tempi della dittatura, quando ancora non ne
versarono il ‘mare confine’, è stata la letteratura aveva preso coscienza, segnata da un evento ter-
scritta in italiano dagli stessi albanesi. Scrittori ribile, l’arresto e l’incarceramento del padre, ex
di nuova generazione, emigrati in Italia, allarga- funzionario dello stato, per proseguire con l’a-
no la geografia della letteratura transnazionale dolescenza e la visione della TV proibita, le feste
di tradizione oramai in Italia. Nomi come Ron con balli organizzate di nascosto, l’imposizione
Kubati, Elvira Dones, Anilda Ibrahimi, Gëzim ufficiale degli studi da seguire, senza possibilità
Hajdari, Ornela Vorpsi, Artur Spanjoli, Leonard di scelta, e finire la narrazione con la vita studen-
Guaci raccontano storie vissute personalmente o tesca in Italia tra lavori, studi e sforzi di soprav-
appartenenti alla memoria collettiva, risalenti al vivenza, intercalando in un andirivieni tra pre-
tempo del regime e del tramonto della dittatura, sente e passato vicende personali e pubbliche in
ma anche agli anni dell’emigrazione, che oltre ad Albania, l’ultima delle quali è la fuga dal paese.
essere lettura di intrattenimento sono anche te-
sti degni di essere studiati per la loro natura psi- Elvira Dones, la cui biografia somiglia mol-
cologica. Della vasta produzione narrativa de- tissimo a quella della protagonista del suo ro-
gli autori sopra elencati prendiamo in esame due manzo, un’operatrice televisiva, ci regala una
romanzi: Va e non torna (Kubati 2004)1 di Ron doppia storia; la storia dell’Albania tra gli anni
Kubati e Dashuri e huaj (Dones 2015)2 di Elvi- Ottanta e Novanta, nel periodo di passaggio dal
ra Dones, tradotto anche in italiano con il titolo regime oppressivo a quello di una apparente de-
Senza bagagli, entrambi romanzi di esordio. mocrazia, con la storia di un popolo maltrattato
passata inosservata a tanti paesi vicini, intreccia-
Tenendo conto di quanto diceva Arman- ta a una storia d’amore, di un amore a prima vi-
do Gnisci, “l’esodo incide profondamente la vita sta, di un forte sentimento, di quelli che cambia-
di un uomo, tanto da dividere la sua esistenza in no la vita. Nella sua storia è plasmata quella di
ante-migrazione ed in post-migrazione” (Gnisci tanti uomini e donne che hanno solcato l’Adria-
2003, 8), è ovvio che i migranti che scrivono non tico fiduciosi in un futuro migliore, pieni di spe-
possano fare a meno di collegarsi continuamen- ranza e che hanno dovuto affrontare le mille dif-
te a tale situazione di sospensione. I due romanzi ficoltà di essere profughi, sradicati, ripudiati in
citati, di taglio fortemente autobiografico, si ri- patria, disprezzati dalle persone con le quali per
feriscono al periodo albanese, coincidente con la anni hanno condiviso la loro vita.
dittatura di Enver Hoxha, e si concludono con
I due romanzi possono essere narrati e rias-
1 Ron Kubati è nato a Tirana nel 1971 in una nota famiglia di dissi- sunti su tre livelli cardine che a prima vista sem-
denti. Arrivato in Italia nel 1991, vive in provincia di Bari dove conti- brano abbastanza semplici, ma che sullo sfondo
nua a studiare (dottorato di ricerca in filosofia) e si dedica alla scrit- nascondono un mondo affascinante che si strati-
tura. Lavora come traduttore. In Italia ha pubblicato “Venti di liber- fica anche nella realtà che circonda il lettore per
tà e gemiti di dolore” (1991), in Albania la raccolta di poesie “Tra spe- il tempo in cui sono oggetto di lettura: quello
ranza e sogno” (1992). Collabora con diversi quotidiani (La Gazzet- temporale, scandito a sua volta in tre parti, il pe-
ta del Mezzogiorno e la Repubblica di Bari, inserto pugliese de La riodo del soggiorno in Albania sotto la dittatu-
Repubblica); è membro della giuria letteraria del Premio Balcanica ra comunista, l’esodo, il processo di integrazio-
che viene assegnato a rotazione in diverse capitali dei Balcani. ne nella nuova realtà acquisita; quello spaziale, la
patria in relazione alla dittatura, che è un simbo-
2 Elvira Dones è nata a Durrazzo e cresciuta a Tirana (Albania). lo di prigione collettiva e della presa di coscien-
All’età di dieci anni scrive un libro (di una dozzina di pagine) che in- za, la costruzione della mobilità all’estero, cioè lo
titola “Romanzo”. A sedici anni inizia a condurre programmi televi-
sivi. Nel 1988 lascia il suo paese – a quel tempo ancora una dittatura
stalinista – e si stabilisce in Svizzera. Nel 1997 pubblica il suo primo
vero romanzo Dashuri e huaj (Senza bagagli).
care sulle coste italiane dell’Adriatico. Cronache sponda del mare.
hereditatidi giornali, testimonianze, impressioni e raccon-
ti di politici, di addetti ai centri di accoglienza si Kubati si impegna a disegnare la propria vita
permearono dappertutto, ma quella che ha resti- a partire da alcuni semplici ricordi dell’infanzia
tuito tutta la sofferenza degli albanesi che attra- ai tempi della dittatura, quando ancora non ne
versarono il ‘mare confine’, è stata la letteratura aveva preso coscienza, segnata da un evento ter-
scritta in italiano dagli stessi albanesi. Scrittori ribile, l’arresto e l’incarceramento del padre, ex
di nuova generazione, emigrati in Italia, allarga- funzionario dello stato, per proseguire con l’a-
no la geografia della letteratura transnazionale dolescenza e la visione della TV proibita, le feste
di tradizione oramai in Italia. Nomi come Ron con balli organizzate di nascosto, l’imposizione
Kubati, Elvira Dones, Anilda Ibrahimi, Gëzim ufficiale degli studi da seguire, senza possibilità
Hajdari, Ornela Vorpsi, Artur Spanjoli, Leonard di scelta, e finire la narrazione con la vita studen-
Guaci raccontano storie vissute personalmente o tesca in Italia tra lavori, studi e sforzi di soprav-
appartenenti alla memoria collettiva, risalenti al vivenza, intercalando in un andirivieni tra pre-
tempo del regime e del tramonto della dittatura, sente e passato vicende personali e pubbliche in
ma anche agli anni dell’emigrazione, che oltre ad Albania, l’ultima delle quali è la fuga dal paese.
essere lettura di intrattenimento sono anche te-
sti degni di essere studiati per la loro natura psi- Elvira Dones, la cui biografia somiglia mol-
cologica. Della vasta produzione narrativa de- tissimo a quella della protagonista del suo ro-
gli autori sopra elencati prendiamo in esame due manzo, un’operatrice televisiva, ci regala una
romanzi: Va e non torna (Kubati 2004)1 di Ron doppia storia; la storia dell’Albania tra gli anni
Kubati e Dashuri e huaj (Dones 2015)2 di Elvi- Ottanta e Novanta, nel periodo di passaggio dal
ra Dones, tradotto anche in italiano con il titolo regime oppressivo a quello di una apparente de-
Senza bagagli, entrambi romanzi di esordio. mocrazia, con la storia di un popolo maltrattato
passata inosservata a tanti paesi vicini, intreccia-
Tenendo conto di quanto diceva Arman- ta a una storia d’amore, di un amore a prima vi-
do Gnisci, “l’esodo incide profondamente la vita sta, di un forte sentimento, di quelli che cambia-
di un uomo, tanto da dividere la sua esistenza in no la vita. Nella sua storia è plasmata quella di
ante-migrazione ed in post-migrazione” (Gnisci tanti uomini e donne che hanno solcato l’Adria-
2003, 8), è ovvio che i migranti che scrivono non tico fiduciosi in un futuro migliore, pieni di spe-
possano fare a meno di collegarsi continuamen- ranza e che hanno dovuto affrontare le mille dif-
te a tale situazione di sospensione. I due romanzi ficoltà di essere profughi, sradicati, ripudiati in
citati, di taglio fortemente autobiografico, si ri- patria, disprezzati dalle persone con le quali per
feriscono al periodo albanese, coincidente con la anni hanno condiviso la loro vita.
dittatura di Enver Hoxha, e si concludono con
I due romanzi possono essere narrati e rias-
1 Ron Kubati è nato a Tirana nel 1971 in una nota famiglia di dissi- sunti su tre livelli cardine che a prima vista sem-
denti. Arrivato in Italia nel 1991, vive in provincia di Bari dove conti- brano abbastanza semplici, ma che sullo sfondo
nua a studiare (dottorato di ricerca in filosofia) e si dedica alla scrit- nascondono un mondo affascinante che si strati-
tura. Lavora come traduttore. In Italia ha pubblicato “Venti di liber- fica anche nella realtà che circonda il lettore per
tà e gemiti di dolore” (1991), in Albania la raccolta di poesie “Tra spe- il tempo in cui sono oggetto di lettura: quello
ranza e sogno” (1992). Collabora con diversi quotidiani (La Gazzet- temporale, scandito a sua volta in tre parti, il pe-
ta del Mezzogiorno e la Repubblica di Bari, inserto pugliese de La riodo del soggiorno in Albania sotto la dittatu-
Repubblica); è membro della giuria letteraria del Premio Balcanica ra comunista, l’esodo, il processo di integrazio-
che viene assegnato a rotazione in diverse capitali dei Balcani. ne nella nuova realtà acquisita; quello spaziale, la
patria in relazione alla dittatura, che è un simbo-
2 Elvira Dones è nata a Durrazzo e cresciuta a Tirana (Albania). lo di prigione collettiva e della presa di coscien-
All’età di dieci anni scrive un libro (di una dozzina di pagine) che in- za, la costruzione della mobilità all’estero, cioè lo
titola “Romanzo”. A sedici anni inizia a condurre programmi televi-
sivi. Nel 1988 lascia il suo paese – a quel tempo ancora una dittatura
stalinista – e si stabilisce in Svizzera. Nel 1997 pubblica il suo primo
vero romanzo Dashuri e huaj (Senza bagagli).