Page 88 - Studia Universitatis Hereditati, vol 8(2) (2020)
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dia universitatis hereditati, letnik 8 (2020), številka 2 88timento provato guardando i cartoni animati.Comunque, gli studenti preferivano deci-
Semrud-Clikeman e Glass (2010, 1250) riferi- samente l’offerta di Italia 1: gli anime, ovvero i
hereditatiscono che già nel periodo tra i 18 mesi e i 3 anni cartoni animati giapponesi, a cui si aggiungono
d’età i bambini apprezzano l’umorismo dei car- alcuni cartoon di produzione statunitense: I Puf-
toni animati e si divertono a vedere gli oggetti in fi, Il laboratorio di Dexter e I Simpson. D’Ama-
ruoli inusuali, mentre iniziano a godere dell’u- to (2006, XI) ci informa che “nel 2004 RAI 2 ha
morismo verbale più complesso in seguito, con lo trasmesso 1.031 ore di programmazione per bam-
sviluppo delle capacità cognitive. Stando a questi bini (di cui di animazione l’80%) e RAI 3 560 (di
dati, si potrebbe pensare che gli studenti, all’e- cui il 50% di animazione). Italia 1 ne ha trasmes-
poca bambini con scarsa o nulla comprensio- se 1.240 totalmente di animazione”.
ne dell’italiano, fossero attratti unicamente dal
linguaggio universale delle immagini che per- P5 anche se parliamo qua tra di noi {studenti}
metteva loro di decodificare i cartoni e di fru- abbiamo guardato tutti i cartoni animati
irne soprattutto a livello iconico-visivo. Non a italiani / Italia 1 o RAI 2
caso gli intervistati non riferiscono di aver segui-
to, ad esempio, i contenitori per l’infanzia crea- P6 {da bambina} guardavo la TV italiana, i car-
ti e trasmessi dalla RAI nel decennio a cavallo toni animati e adesso i film / sempre Italia 1
del 2000, come L’Albero Azzurro o La Melevi-
sione, che offrivano un input linguistico decisa- Le serie animate (citate nel prosieguo tra le
mente troppo complesso per dei bambini che al- parentesi che si riferiscono ai generi) che gli stu-
lora avevano appena iniziato ad avvicinarsi alla denti ricordano di aver seguito sin dalla tenera
lingua italiana4. età e da cui avrebbero imparato l’italiano, in re-
altà risalgono al periodo in cui la maggior parte
Le serie cartoon trasmesse dalla RAI che gli di essi frequentava già la scuola elementare. In-
studenti dicono di aver seguito sono Le Super- fatti, l’elenco comprende le prime TV del perio-
chicche, una serie statunitense trasmessa per la do 2000-2004 e le repliche degli anime più data-
prima volta in Italia su RAI 2 nel 2000 e quin- ti. Ciò è in linea con quanto sostiene Metastasio
di, con nuovi episodi, nel 2004, e caratterizza- (2002, 94) secondo cui è solo in età scolare che i
ta secondo Sardo (2018, 45) da un linguaggio ri- bambini cominciano a rievocare compiutamen-
dotto, semplificato e ripetitivo, e la serie italiana te ciò che vedono in TV, mentre prima ricorda-
Winx Club, messa in onda nel 2004 su RAI 2 e no gli spezzoni da cui sono stati maggiormente
che, stando sempre a Sardo (ibid.), presenta un attratti. Infatti, secondo Bruner (1966, 11) fino ai
linguaggio aderente alla norma e lessicalmente 6-7 anni il sistema di decodifica della realtà più
non povero. Gli intervistati nati tra il 1994 e il utilizzato dal bambino è quello che impiega le
1996, all’epoca della messa in onda delle Winx immagini. La rappresentazione iconica consen-
frequentavano la scuola elementare ed erano già te di evocare mentalmente una realtà assente, ma
stati avviati all’apprendimento scolastico del- non di descriverla mentalmente, mentre la rap-
la lingua italiana, pertanto si può pensare che in presentazione delle parole, che nello sviluppo se-
quel periodo iniziassero ad attribuire maggiore gue quella iconica, è di natura simbolica.
importanza al registro verbale dei cartoni ani-
mati rispetto a quello iconico-visivo utilizzato in Dal punto di vista delle caratteristiche
precedenza. dell’input linguistico, Cardamone (2015, 46) ri-
leva che gli anime giapponesi “anche nei dop-
4 Sardo (2018, 21-22) definisce la lingua de L’Albero azzurro come viva- piaggi, rispettano le tonalità e il timbro della lin-
ce, non troppo semplificata, vicina al parlato e con una buona com- gua nipponica ricca di esclamazioni, di sillabe
ponente di tecnicismi, mentre nota come il linguaggio de La Mele- secche, di espressioni come ‘ooh?’, ‘eeh?’, ‘coosa?’
visione si caratterizzi per ricchezza, fantasiosità, ironia, creatività e pronunciate da personaggi stupiti o adirati, di
per l’utilizzo di registri dell’italiano contemporaneo (26). tante urla in segno di rabbia o di vendetta, o dei
‘dannazione!’ e ‘maledizione!’”. Queste si incon-
Semrud-Clikeman e Glass (2010, 1250) riferi- samente l’offerta di Italia 1: gli anime, ovvero i
hereditatiscono che già nel periodo tra i 18 mesi e i 3 anni cartoni animati giapponesi, a cui si aggiungono
d’età i bambini apprezzano l’umorismo dei car- alcuni cartoon di produzione statunitense: I Puf-
toni animati e si divertono a vedere gli oggetti in fi, Il laboratorio di Dexter e I Simpson. D’Ama-
ruoli inusuali, mentre iniziano a godere dell’u- to (2006, XI) ci informa che “nel 2004 RAI 2 ha
morismo verbale più complesso in seguito, con lo trasmesso 1.031 ore di programmazione per bam-
sviluppo delle capacità cognitive. Stando a questi bini (di cui di animazione l’80%) e RAI 3 560 (di
dati, si potrebbe pensare che gli studenti, all’e- cui il 50% di animazione). Italia 1 ne ha trasmes-
poca bambini con scarsa o nulla comprensio- se 1.240 totalmente di animazione”.
ne dell’italiano, fossero attratti unicamente dal
linguaggio universale delle immagini che per- P5 anche se parliamo qua tra di noi {studenti}
metteva loro di decodificare i cartoni e di fru- abbiamo guardato tutti i cartoni animati
irne soprattutto a livello iconico-visivo. Non a italiani / Italia 1 o RAI 2
caso gli intervistati non riferiscono di aver segui-
to, ad esempio, i contenitori per l’infanzia crea- P6 {da bambina} guardavo la TV italiana, i car-
ti e trasmessi dalla RAI nel decennio a cavallo toni animati e adesso i film / sempre Italia 1
del 2000, come L’Albero Azzurro o La Melevi-
sione, che offrivano un input linguistico decisa- Le serie animate (citate nel prosieguo tra le
mente troppo complesso per dei bambini che al- parentesi che si riferiscono ai generi) che gli stu-
lora avevano appena iniziato ad avvicinarsi alla denti ricordano di aver seguito sin dalla tenera
lingua italiana4. età e da cui avrebbero imparato l’italiano, in re-
altà risalgono al periodo in cui la maggior parte
Le serie cartoon trasmesse dalla RAI che gli di essi frequentava già la scuola elementare. In-
studenti dicono di aver seguito sono Le Super- fatti, l’elenco comprende le prime TV del perio-
chicche, una serie statunitense trasmessa per la do 2000-2004 e le repliche degli anime più data-
prima volta in Italia su RAI 2 nel 2000 e quin- ti. Ciò è in linea con quanto sostiene Metastasio
di, con nuovi episodi, nel 2004, e caratterizza- (2002, 94) secondo cui è solo in età scolare che i
ta secondo Sardo (2018, 45) da un linguaggio ri- bambini cominciano a rievocare compiutamen-
dotto, semplificato e ripetitivo, e la serie italiana te ciò che vedono in TV, mentre prima ricorda-
Winx Club, messa in onda nel 2004 su RAI 2 e no gli spezzoni da cui sono stati maggiormente
che, stando sempre a Sardo (ibid.), presenta un attratti. Infatti, secondo Bruner (1966, 11) fino ai
linguaggio aderente alla norma e lessicalmente 6-7 anni il sistema di decodifica della realtà più
non povero. Gli intervistati nati tra il 1994 e il utilizzato dal bambino è quello che impiega le
1996, all’epoca della messa in onda delle Winx immagini. La rappresentazione iconica consen-
frequentavano la scuola elementare ed erano già te di evocare mentalmente una realtà assente, ma
stati avviati all’apprendimento scolastico del- non di descriverla mentalmente, mentre la rap-
la lingua italiana, pertanto si può pensare che in presentazione delle parole, che nello sviluppo se-
quel periodo iniziassero ad attribuire maggiore gue quella iconica, è di natura simbolica.
importanza al registro verbale dei cartoni ani-
mati rispetto a quello iconico-visivo utilizzato in Dal punto di vista delle caratteristiche
precedenza. dell’input linguistico, Cardamone (2015, 46) ri-
leva che gli anime giapponesi “anche nei dop-
4 Sardo (2018, 21-22) definisce la lingua de L’Albero azzurro come viva- piaggi, rispettano le tonalità e il timbro della lin-
ce, non troppo semplificata, vicina al parlato e con una buona com- gua nipponica ricca di esclamazioni, di sillabe
ponente di tecnicismi, mentre nota come il linguaggio de La Mele- secche, di espressioni come ‘ooh?’, ‘eeh?’, ‘coosa?’
visione si caratterizzi per ricchezza, fantasiosità, ironia, creatività e pronunciate da personaggi stupiti o adirati, di
per l’utilizzo di registri dell’italiano contemporaneo (26). tante urla in segno di rabbia o di vendetta, o dei
‘dannazione!’ e ‘maledizione!’”. Queste si incon-